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 La Passivhaus non è più un concetto astratto. Nate nei Paesi del Nord Europa, pian piano hanno preso vita anche in Italia, lanciando un nuovo modo di costruire e vivere la propria casa o edificio. Per meglio comprendere, cerchiamo prima di capire di cosa si tratta per chi ancora non la conoscesse.

Questa denominazione, viene utilizzata per definire quelle case o edifici che riescono a produrre energia sia d’inverno che d’estate usando al minimo le classiche fonti di calore o raffreddamento che tutti conosciamo ( stufe a pellet o legna, climatizzatori, camini, radiatori e caldaie).

Sono infatti in grado vivere di energie “passive” garantendo un’alta soglia di comfort all’avanguardia. Ovviamente, la prima cosa da constatare è il basso costo e dispendio di energie. Così basso che non supera i 15 kWh. La casa è infatti in grado di riscaldarsi e raffreddarsi quasi in maniera autonoma, sfruttando al minimo l’impianto. 

Le caratteristiche principali di queste case, consistono in una struttura non necessariamente in legno, ma anche in cemento armato; finestre con doppio o triplo telaio e lastre ad alto isolamento termico; zone d’ombra studiate per garantirne l’efficienza soprattutto nel periodo estivo; isolamento termico della struttura; impianto di ventilazione interna con recupero di calore. 

 

La prima Passivhaus risale al 1991, per la precisione 4 villette a schiera. Nel 1996 invece vennero stilate le regole da seguire per far sì che una casa o edificio potessero essere definiti appunto “Passivi”. Ad oggi, in Italia risultano circa 80 edifici costruiti in questo modo. Ancora non sono molti, ma è pur sempre un inizio, la base per creare un futuro migliore ed una qualità di vita decisamente differente.